La storia

Ad alcuni  commentatori smaliziati di questi ultimi anni è apparso  paradossale vedere gli eredi del Partito Comunista Italiano battersi apertamente in difesa dell’unità della Nazione e dei valori della Costituzione, contro la minaccia mostrata dalla destra al potere   di indebolire  le forme istituzionali democratiche.

Solo vent’anni fa sarebbe stato improbabile assistere alle esibizioni del canto dell’inno di Mameli da parte di rappresentanti del PCI,  i quali   non   avevano mai nascosto una  certa diffidenza  verso la “democrazia formale”, preferendole le analisi storiche, economiche e sociali svolte in una cornice di contrapposizione ideologica tra blocchi.

La difesa in corso della nostra Costituzione (giusta ed opportuna perché è strategicamente inutile  voler cambiare qualcosa che va in rovina, quando si dovrebbe dapprima salvare ciò che si vuole cambiare)  ci offre l’opportunità di svelare una verità della nostra  storia, il fatto  che il ruolo assunto dalla sinistra in Italia, sia essa socialista che comunista,  è  stato  di fatto supplire  all’assenza di una classe borghese, derivata da una rivoluzione liberare e socialmente consolidata.

Questa verità nella storia italiana è stata soffocata durante il fascismo e in seguito occultata  dalla contrapposizione tra le due grandi ideologie fino a diventare un tabu sia per la sinistra che per la destra.

Non occorre essere di sinistra per riconoscere l’apporto determinante dato dalla “via italiana al comunismo” all’edificazione dello Stato liberale e democratico, a partire dal riscatto della Resistenza  da una guerra perduta tragicamente tra rovine materiali e morali, per approdare alla partecipazione attiva nella fondazione della Costituzione della Repubblica Italiana.

E’ questo il  motivo per il quale la destra italiana contemporanea recrimina con livore ed ostinazione sulla presunta prevalenza e dominanza della cultura  di sinistra, per esempio nell’editoria e nella scuola.  In questa invidia c’è l’ammissione della propria origine popolare del fascismo, culturalmente inconsistente.

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