Tora! Tora! Tora!

Ebbene si, sono convinto che 27 milioni di cittadini (d’ora in avanti invito ad  usare i valori assoluti della realtà e non più le percentuali dei sondaggi) si siano espressi per e con “emozione” urlando i 4 SI.  E me ne rallegro.  Ora inizia la fase della “razionalità” ed occorre, al più presto, un governo che sia all’altezza delle aspettative che hanno animato questa prova di civiltà.

Se ai 17 milioni di cittadini che hanno votato i Sindaci del centro/sinistra si sommano i 10 milioni che hanno votato in più al Referendum risulta  ad oggi che esiste in Italia una nuova maggioranza capace di portare un governo che degnamente la rappresentasse a ben oltre il 50% delle preferenze!  Un brivido deve correre lungo la schiena dei politici.  Si tratta di una responsabilità che non si avvertiva dal Referendum del 1946 che portò il Paese alla Repubblica.




(P)referendum

Quelli che vorrebbero le centrali nucleari non ci dicono che quando le accendi la produzione di energia elettrica non è modulabile e puoi  solo spegnerle, quando le dismetti, con costi enormi.  Quelli che “quando non c’è il sole  a cosa serve il fotovoltaico?” non ci dicono a cosa serve l’energia prodotta di notte con il nucleare che funziona sempre. Quelli che cercano l’indipendenza energetica non ci dicono nulla sul mercato dell’uranio, fonte esauribile, le cui miniere non sono  nostre  e il cui prezzo  è destinato a crescere con l’aumento della domanda che si vorrebbe indurre. Quelli che ci assicurano sulla sicurezza delle centrali di nuova generazione non ci dicono che  un incidente nucleare, sia la sua natura di origine endogena che esogena, è di tale gravità che è sufficiente un solo evento per creare la catastrofe e non ci dicono nulla sulla scelta che di nascosto si sta ipotizzando  delle microcentrali, come  alternativa alle centrali di media/grossa potenza, scelta che moltiplicando il numero di centrali sul territorio, aumenta la loro vicinanza ai centri abitati in un paese già ad alta densità di popolazione, con ciò moltiplicando notevolmente  i rischi di incidenti. Quelli che invocano l’inquinamento atmosferico  per dimostrare il bene del nucleare che non produce  effetto serra non ci dicono come verrebbero smaltite le scorie, radioattive per millenni, che anno dopo anno si accumulano nelle centrali.  (Nota)

“Ogni giorno di energia   atomica è un giorno di troppo”, firma Greenpeace sulla porta di Brandeburgo.  Mentre la Germania,  la più grande potenza industriale d’Europa, decide  di rinunciare al nucleare con un piano di dismissioni  di tutte le centrali da realizzarsi entro il 2022,  seguita recentemente dalla Svizzera con amedesima decisione, in Italia la Cassazione ha restituito  ai cittadini il diritto di esprimersi con il Referendum del 12 giugno su tre questioni  cruciali per il nostro paese:  l’acqua (Dossier), l’energia e il diritto.

E poichè si tratta di referendum abrogativi e il vento è una fonte di energia rinnovabile, rechiamoci a votare per  provare il piacere di rispondere: Si!




SI ai Referendum dei 4 SI

Quelli che vorrebbero le centrali nucleare non ci dicono che quando le accendi non puoi più spegnerle.  Quelli che “quando non c’è il sole  a cosa serve il fotovoltaico?” non ci dicono a cosa serve l’energia prodotta di notte con il nucleare che funziona sempre. Quelli che cercano l’indipendenza energetica non ci dicono nulla sul mercato dell’uranio, fonte esauribile, le cui miniere non sono  nostre  e il cui prezzo  è destinato a crescere con l’aumento della domanda che si vorrebbe indurre. Quelli che ci assicurano sulla sicurezza delle centrali di nuova generazione non ci dicono che  un incidente nucleare, sia la sua natura di origine endogena che esogena, è di tale gravità che è sufficiente un solo evento per creare la catastrofe e non ci dicono nulla sulla scelta che di nascosto si sta ipotizzando  delle microcentrali come  alternativa alle centrali di media/grossa potenza , scelta che moltiplicando il numero di centrali sul territorio, aumenta la loro vicinanza ai centri abitati in un paese già ad alta densità di popolazione, con ciò moltiplicando notevolmente  i rischi di incidenti. Quelli che invocano l’inquinamento atmosferico  per dimostrare il bene del nucleare che non produce  effetto serra non ci dicono come verrebbero smaltite le scorie, radioattive per millenni, che anno dopo anno si accumulano nelle centrali.