Dove finisce l’evasione fiscale.

successione-ereditaria_corbis_488-255In una recente puntata della trasmissione L’ Infedele di Gad Lerner il Presidente delle Acli  concordava sul fatto che il governo tecnico non ha tenuto conto delle conseguenze sociali dei provvedimenti presi.  Temo che chi è così intervenuto non si sia reso  sufficientemente conto della gravità dell’affermazione. Il primo dovere di ogni governo democratico, se davvero volesse essere per il popolo, dovrebbe essere diminuire la conflittualità sociale, non acuirla. La necessità di provvedimenti economici ristrettivi del welfare devono essere spiegati e digeriti dalla popolazione. La violenza che l’austerity sta provocando in tutto il paese sarà domani incontrollabile nelle piazze e nelle strade con un aumento inedito della illegalità e quindi della criminalità. Non aver previsto questo e avendo posto in essere, sic et simpliciter, provvedimenti che spingono nel baratro le classi meno abbienti non può essere visto come una semplice incompetenza, ma quanto meno come una colpevole incompetenza.

Non temo la recessione quanto la regressione (siamo ormai tutti disposti a stringere la cinghia). Temo un arretramento culturale (si intenda una buona volta cosa significa cultura) di un’intera popolazione a tutti i livelli sociali, una disgregazione della solidarietà nazionale con una guerra di tutti contro tutti intra le classi sociali e fra le classi, con un possibile e magari auspicato ritorno di chi rimette le cose a posto.  In merito, la democraticizzazione del braccio violento della legge deve essere nel programma di qualsiasi forza democratica.  Una soluzione, non l’unica ma fondamentale, dei problemi economici  che volesse perseguire una maggiore equità distributiva e realizzare il principio dell’eguaglianza alla nascita, sarebbe di far pagare la crisi a chi è vissuto al di sopra delle nostre possibilità attraverso le   TASSE DI SUCCESSIONE , pesanti, anzi pesantissime. Perchè nessuno ne parla?




Laicità come indicatore di civiltà

Casa di preghiera e studio sulla Petriplatz a Berlino In Germania chi non appartiene ad alcuna confessione religiosa rilascia una dichiarazione scritta all’Ufficio imposte che provvede ad esonerarlo dal versare le tasse ecclesiastiche, pari all’8% in più delle imposte dovute allo Stato, essendo quindi escluso dai servizi religiosi.   Questo consente di rilevare statisticamente Berlino come la metropoli con più abitanti atei o agnostici del mondo: circa il 60%, a fronte del 22,3% di evangelici, 9,15 di cattolici, 2,7% di altri cristiani, 6,2% di mussulmani, 0,4% di ebrei e 0,2% di buddisti. Ebbene a Berlino, vicino ad Alexander Platz, a Petriplatz su un’area dove sorgeva la chiesa del ‘600 di S. Pietro, col campanile più alto della città  ridotta in rovina durante la guerra ed abbattuta nel 1964  dalla DDR, sorgerà una nuova chiesa unica al mondo dedicata  alle tre religioni cristiana, mussulmana ed ebraica. Si tratta in realtà di un luogo di preghiera e di studio aperto, senza simboli religiosi,  offerta anche a tutti coloro che non appartengono a una religione.