Il Partito della Nazione è morto

quadrante-orologio-a-muro-narabiAscoltati i commenti al voto dei vari “politologi” nei salotti televisivi, mi rendo conto di quanto le analisi esposte siano ancora prigioniere di uno stesso modo di pensare. A parere degli opinionisti pare che il successo del M5S sia dovuto alla forma più che di contenuti. La domanda da parte di tutti costoro, è: in che cosa si è sbagliato? Gli errori presi in considerazione riguardano la propaganda, l’opportunità , la scelta dei candidati. Vincere o perdere dovuti dunque solo alla strategia al di là e al di sopra di qualsiasi contenuto mai da nessuno peraltro preso in considerazione. Non parlo dei programmi, possono far parte anch’essi della propaganda, ma del vero contenuto: la stanchezza del paese verso il malcostume politico della destra e verso il neoliberismo renziano, il tutto sullo sfondo di un malcontento per una crisi che ancora non vede sbocchi. L’elettorato sembra essere stanco di chi “ci mette la faccia” e ha voluto vedere “facce pulite”. Politici che emergono dal popolo, dai cittadini, senza pretese elettorali di nessun genere né per ambizione propria né per il movimento se il successo non si traduce nel bene comune di tutti.

Possiamo anche ridere di girotondi al grido di “onestà, onestà” come a un modo non serio di fare politica, ciò non toglie che l’onestà è un valore assoluto, una condicio sine qua nessuna politica può essere degna di tale nome. Condizione necessaria e non sufficiente. “Se sei malato” citava Sgarbi a proposito di Croce   ”vai da un medico non da una brava persona”. Un filosofo, Platone, diceva molto prima di Croce: “Un bravo medico non è solo una persona capace, ci mancherebbe altro, ma una persona che si prende cura del paziente” . Questo “prendersi cura” non è un’aggiunta ma il fondamento della morale in cui si evidenzia che la finalità del compito assunto è la persona e il mezzo è il servire, un concetto cristiano quanto buddista. I 5stelle hanno ripetuto in ogni occasione, allo sfinimento, che il loro fine è aiutare i cittadini e non far crescere il movimento: “Non ci interessano i vostri voti”. Confido che i 5stelle non lo dimentichino mai. Per diventare medici basta studiare, per essere bravi medici bisogna continuare a studiare, continuare anche quando si è ottenuto il ruolo o la poltrona. La serietà di questo impegno protratto da diversi anni ha premiato il movimento.

Una cosa è certa a meno di un Cristo che resuscita i morti, del Partito della Nazione non sentiremo più parlare se non per commemorare il suo funerale. Nessuna strategia politica operata dal PD potrà più risalire la china. Sentiremo anche parlare sempre meno di antipolitica, di voto di protesta, di leader teleguidati, argomenti che sono stati bandiere propagandistiche di quasi tutta la stampa a detrimento del M5S. Non si tratta di una stampa asservita o di regime, ma solo di mestieranti che non conoscono la professione e pensano a vendere e a vendersi, più che a far emergere la verità. Essi stessi vittime della chiacchiera che producono.

L’affermazione dei 5stelle nonostante una campagna di diffamazione che ha usato pregiudizi popolari contro il movimento, è senz’altro dovuta più che a un desiderio di onestà, alla volontà popolare di farla finita con la Casta. In questa categoria rientrano tutti i poteri forti della finanza (banche) e della politica (inciuci di ogni specie e natura). Nessuno dice che il successo dei 5stelle sia dovuto ai 5stelle, a quello che rappresentano in quanto “sono”, rappresentano cioè una parte considerevole della volontà popolare che i partiti alla sinistra del PD non hanno saputo raccogliere.

Vero è che il movimento è ancora in fieri, ancora in fase di strutturazione, ha bisogno di radici e di foglie, ma ci si deve chiedere se questo non sia un bene piuttosto che un male. La maturità raggiunta dai partiti storici è stata rottamata prima da Berlusconi poi da Renzi e i partiti che ne sono emersi non hanno fatto altro che ripetere le malefatte senza curarsi delle radici, perdendo la memoria storica. Questo il nuovo? Hanno mostrato un cinismo politico degno della vecchiaia più fatiscente, cui è stato dato nome di “realismo”. Ricordano discorsi di quei vecchi rincoglioniti, ormai arresi, che citano se stessi : “Anch’io quand’ero giovane credevo …” deridendo i giovani. Adesso, battuti, recitano in coro: “Una cosa è stare all’opposizione molto diverso governare”. Sono quelli che la sanno lunga e tutta la stampa concorda e annuisce come fanno gli asini. Quelli che la sanno lunga, rottamati o rottamatori che siano, fanno tutti parte di un’unica categoria: quelli che non sanno quello che fanno, che pensano alla politica come all’arte di manovrare le coscienze anziché alla necessità di farle crescere. Questo modo di pensare e non altro costituisce il Sistema. La cultura, l’idea che il principale scopo della politica sia emancipare la popolazione, gli è del tutto estranea.

Non so quanto il M5S abbia compreso la centralità della cultura per la crescita morale e anche economica del paese, ma so che si sta muovendo in questa direzione. Il nutrimento di cui ha bisogno la nazione non è solo pane ma quel nutrimento culturale ereditato dai chi è stato e che siamo tenuti crescere in favore di coloro che ancora non sono. Ideali di cui il pensiero politico oggi vigente, non ha notizia alcuna.

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