La sostenibile presenza dell’Essere

images-2Può apparire ovvio intervenire alla cerimonia di apertura dell’Expo dedicata alla nutrizione del pianeta e parlare del valore del cibo in un mondo dove milioni di persone muoiono di fame e altri miliardi la soffrono, tanto più per chi si muove tra le parole del Vangelo, non si vive di solo pane, e le invocazioni delle preghiere, dacci oggi il nostro pane quotidiano. Eppure, il discorso del Papa è andato ben oltre ciò che l’orgogliosa esposizione mostra con la propria magnificenza: “Vorrei che oggi ogni persona che visiterà Expo percepisca la presenza di quei volti, una presenza nascosta ma che in realtà deve essere la vera protagonista dell’evento: i volti degli uomini e delle donne che hanno fame, che muoiono anche per un alimentazione carente e nociva”.

E non solo si evocano i volti di coloro che non sono presenti come i veri soggetti della esposizione, piuttosto che gratificarsi per le masse attirate dallo spettacolo, ma si richiamano i governanti e gli uomini di potere alla etica della cura per la terra “L’atteggiamento della custodia non è un impegno esclusivo dei cristiani, riguarda tutti”, all’etica nella politica: “Quali i pilastri di chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica? La risposta è precisa: la dignità della persona umana e il bene comune”. 

Ai politici in particolare il Papa si rivolge infine una lezione: «Abbiate uno sguardo e un cuore orientati non ad un pragmatismo emergenziale che si rivela come proposta sempre provvisoria, ma ad un orientamento deciso nel risolvere le cause strutturali della povertà. Ricordiamoci che la radice di tutti i mali è la iniquità”.

Il discorso del Papa è alto perché pone il problema non più solo in chiave pastorale e religiosa quanto perché esplicita una critica economica e politica: «No, a un’economia dell’esclusione e della iniquità. Questa economia uccide» e nel contempo apre alla riflessione filosofica, perché alla fin fine ciò che muove le coscienze è ciò che non si vede, la presenza immanente dell’Essere.