Furbizia di Stato

images-7Dai personaggi della Commedia all’italiana interpretati tra altri da Alberto Sordi e da Vittorio Gassman a quelli che popolano “La Grande bellezza”  la figura del furbo, il simpatico mascalzone che sa come vivere, avrebbe dovuto denunciare il mal costume nazionale, invece è finito  con l’essere assunta come modello da imitare. Rimane nella testa dei più che la furbizia sia un valore assimilabile all’intelligenza, mentre l’altruismo riconducibile alla “coglioneria”. Furbo è colui che approfitta di una situazione per avvantaggiare sé a discapito di altri. Chiaramente il sociale non si avvantaggia della furbizia, ne soffre. Cambiare questa mentalità non è certo facile, occorre come ha detto recentemente un magistrato un intervento a breve con le leggi e uno a lungo termine con l’educazione. Quello che non ha detto è che bisogna partire subito, perché stiamo rapidamente regredendo sotto la soglia della civiltà.

Orbene, il governo Renzi dopo avere annunciato “mai più condoni” ha varato di recente una legge per il rientro di capitali che di fatto è un condono, ma per raggirare l’ostacolo ha coperto l’operazione con un divieto, il divieto di chiamare la legge un condono. Per due anni ci hanno raggirato facendoci pensare all’Imu come un problema di vitale importanza, mentre nascostamente aumentavano le tariffe, poi dal nulla è apparsa la Tasi, tassa servizi indivisibili, che di fatto si basa sul reddito della casa. Questo e molto altro.

Non vogliamo discutere di queste questioni, ma solo spostare l’attenzione dai fatti al comportamento. Comportamento non solo di questo governo ma per inveterata abitudine anche di tutti i governi che hanno preceduto che non hanno mai perso occasione in una costante logica dell’emergenza di taglieggiare indebitamente gli Italiani ora con nuove tasse laddove potevano colpire e con nuovi condoni laddove non riuscivano a colpire. Fare cassa, questo è il realismo degli uomini del fare, in barba a qualsiasi morale. Come definire il comportamento di chi agisce costantemente a raggirare, eludere premiando la disonestà e colpendo chi non può fuggire, occupandosi nel mentre dei propri interessi privati? I Governi sono dunque governi di “furbi”, che portano a esempio la “furbizia” come metodo di vita: questo l’insegnamento pratico, questo l’insegnamento che più incide sulla mentalità dei cittadini.

Vessando i cittadini in ossequio ad una malintesa realpolitik, agita sempre sulla base della sola emergenza, si giustifica il senso di sfiducia nei confronti dello Stato e l’orgoglio di essere Italiani confligge con lo sfiduciato interesse che i cittadini hanno per la propria Nazione e le sue istituzioni. Governi che non hanno neppure la nozione della “correttezza”, della sua fondamentale importanza per l’immagine, senza dare all’immagine l’importanza dovuta così come avviene diversamente per esempio nei paesi “nordici” e che per questo si distinguono e differenziano in civiltà e aggiungiamo noi in ricchezza perché alla lunga solo la morale paga.

Di contro alla continua vessazione perpetrata attraverso una cattiva morale i cittadini cercano privatamente di vendicarsi facendosi a loro volta “furbi” e, stante la confusione imperante nella testa di tutti tra Governo e Stato, cercando di “fottere” lo Stato in ogni occasione. In pratica un Governo che in nome del realismo e dell’emergenza non si attiene a principi di correttezza e moralità, ma educa piuttosto i cittadini alla disonestà. Questo piano inclinato scivola inevitabilmente verso la corruzione e il disseto economico. Il destino della furbizia è inevitabilmente la corruzione. Un domino che spinge dal basso. Inutile tagliare la testa, ricrescerà velocemente.

Non si tratta solo di osservare le leggi, ma di educare alla moralità. Onestà e correttezza da parte di tutti sono il prerequisito della convivenza civile, quel minima moralia per cui si possa dire sa va sans dire. La moralità dei governi nordici dista da noi come noi distiamo dall’equatore e quanto ci vorrà perché gli Italiani lo comprendano? Senza diagnosi giusta, magari implacabile, nessuna terapia sarà efficace. Hermes nel Prometeo incatenato dice “bada non c’è confine al tormento”, se non invertiamo la rotta riprendendoci la nostra dignità, magari facendo tesoro degli insegnamenti di Aristotele che anteponeva l’Etica alla Politica e alla Economia la crisi si aprirà sotto di noi come un abisso. Bisognerebbe denunciare il Governo per vilipendio all’immagine dello Stato. La furbizia non rende liberi, solo la cultura ci salverà.




Furbi et orbi

images-1Quello che ha detto Massimo Cacciari alla trasmissione Servizio Pubblico è perfettamente vero: la corruzione è a sistema. Tuttavia la corruzione non è da oggi ed è un bene che oggi venga denunciata. Nasciamo in un paese corrotto dove un cittadino  entrando in società si pone nell’alternativa di seguire le regole e rimanere indietro o adeguarsi al sistema per sopravvivere o peggio servirsi del sistema per arricchirsi. Chi resiste comunque arretra e corre il rischio di finire in fondo alla scala.

Il sistema della corruzione e dell’illegalità non è opera di nessuno in particolare, è un fatto in generale. Un fatto ereditato alla nascita in un paese che della corruzione ha fatto appunto sistema, l’Italia funziona così. Il problema e solo di chi lo vorrebbe cambiare, per tutti gli altri va bene così. In tempi migliori se la maggioranza riesce a sopravvivere o anche ad arricchirsi,  tutto va bene. I guai compaiono quando in un paese interviene la crisi. In una crisi la lotta per la sopravvivenza si fa più dura e di conseguenza la corruzione anziché diminuire aumenta, aumenta perché a dover accettare compromessi è un parte sempre più preponderante della popolazione. Aumenta la ricattabilità e per un posto si è pronti al compromesso, anche a qualsiasi compromesso.

“Con la cultura non si mangia”, questo adagio, grazie anche all’esternazione di un passato ministro della Repubblica, ha penetrato ogni singola coscienza, giustificandola. Per poter stare al mondo e pensare ai propri figli cresce il numero di coloro che accettano questa realtà, così fan tutti, ovvero la disonestà come regola di vita. In tal modo insieme all’impoverimento si assiste al ben più grave degrado morale e nel degrado ciascuno cerca sempre più la soluzione personale fino al si salvi chi può. Succede anche qualcuno cada fuori bordo e si suicida.

In ultima analisi a soffrirne è il grado di civiltà dell’intera nazione. Un popolo di furbi degrada l’intera nazione e porta a boomerang sofferenze al popolo stesso. Nell’ignoranza politica dilagante, supportata da vent’anni di berlusconismo i cui soli valori sono stati sesso e possesso, il pensiero debole e un basso sentire hanno preso sempre più il sopravvento. Gli uomini del fare trovano facile consenso tra il popolo, a destra come a sinistra. Trovano consenso anche gli uomini contro.

Della cultura non si è capito né il significato né l’importanza. Cultura è stata intesa come arte e spettacolo, come un’attività marginale su cui stabilire un budget.  Nessuno è mai stato sfiorato dall’idea che la cultura sia il mezzo per far progredire in civiltà una nazione, ovvero quello che dovrebbe essere il primo compito di ogni governo. Solo la cultura ci salverà.